Il libro dei colori e del vento è una mostra di ruote cromatiche stampate in alta risoluzione su tela ed esposte al vento ed al sole.
Il progetto nasce dall’incontro creativo di Andrea Ferrato, ideatore del progetto, e di Mirco Denicolò, artista visivo.
Le tavole di Mirco Denicolò nascono da una esplorazione sul colore che incrocia la quotidianità con uno scrupoloso rispetto degli stati d’animo e delle emozioni.
Nel progetto espositivo le opere vengono espanse dalla loro dimensione originale e, con un’attenta ricerca nel lavoro di riproduzione e nel tipo di supporto, diventano specchi emozionali nei quali chi guarda non si riflette ma si immerge in storie che possono diventare sue.
La complicità dello spazio naturale e degli stati atmosferici amplifica l’esperienza e mette in circolo le energie dei visitatori lasciandole ruotare con i colori delle opere.
Il libro dei colori e del vento è una mostra di ruote cromatiche stampate in alta risoluzione su tela ed esposte al vento ed al sole.
Il progetto nasce dall’incontro creativo di Andrea Ferrato, ideatore del progetto, e di Mirco Denicolò, artista visivo.
Le tavole di Mirco Denicolò nascono da una esplorazione sul colore che incrocia la quotidianità con uno scrupoloso rispetto degli stati d’animo e delle emozioni.
Nel progetto espositivo le opere vengono espanse dalla loro dimensione originale e, con un’attenta ricerca nel lavoro di riproduzione e nel tipo di supporto, diventano specchi emozionali nei quali chi guarda non si riflette ma si immerge in storie che possono diventare sue.
La complicità dello spazio naturale e degli stati atmosferici amplifica l’esperienza e mette in circolo le energie dei visitatori lasciandole ruotare con i colori delle opere.
MIRCO DENICOLÒ
Mirco Denicolò è un artista visivo, un disegnatore che ha scelto la ceramica come materiale d’elezione e che fa incursioni nel mondo del design primario.
La ricerca sul colore sta caratterizzando le opere degli ultimi anni ed alcune esperienza didattiche.
Con la sue opere in ceramica è presente nel panorama espositivo contemporaneo nazionale ed internazionale.
MIRCO DENICOLÒ
Mirco Denicolò è un artista visivo, un disegnatore che ha scelto la ceramica come materiale d’elezione e che fa incursioni nel mondo del design primario.
La ricerca sul colore sta caratterizzando le opere degli ultimi anni ed alcune esperienza didattiche.
Con la sue opere in ceramica è presente nel panorama espositivo contemporaneo nazionale ed internazionale.
Nei miei ricordi i colori evocano, fino alla prima giovinezza, persone, odori, paesaggi, temperature, piccoli avvenimenti, disegnano una geografia personale. Dalla giovinezza in avanti, i colori fissati nella mia mente sono invece associati ad abiti e a coloro che li indossavano.
Credo che la memoria più efficiente sia quella che deforma gli eventi ed emozioni: è un’operazione cosmetica che ci permette di decorare il passato e, in definitiva, di migliorare il presente.
Ho il sospetto che per una materia così sfuggente alle definizioni come il colore, gli imbrogli della mente siano particolarmente efficaci ed i loro risultati degni di racconto.
Le opere di questa mostra provengono da un intenso periodo di pittura a tempera svolto nella primavera del duemilaventi, in piena pandemia.
La pratica che adottavo era questa: consultavo un atlante cromatico, selezionavo due tre colori, possibilmente discordanti, cominciavo con questi a sviluppare una composizione come se si trattasse di musica (accostando, sfumando, saltando, esaltando, concentrando, illuminando, isolando, ripetendo…).
Mentre procedevo nel lavoro misuravo la varietà delle sensazioni che provavo in quel momento, ne selezionavo una e la usavo come guida nella composizione.
A volte il risultato era coerente, altre volte producevo accostamenti troppo mentali o che prendevano le mosse da motivi storici lontani dalla mia sensibilità (per esempio mi sono sempre trovato a disagio con i colori delle arti pop e dei prodotti industriali).
In taluni casi si produceva un piccolo miracolo e il foglio dipinto faceva emergere con coerenza, un ricordo.
Ho raccontato su METABOX – sensibilità aumentata quattro di queste memorie, per me particolarmente intense.
In questa mostra, dieci di quei sessanta dipinti vengono stampati su tela aumentando la loro scala di cinque volte. Ho trovato che non mi basta, mi piacerebbe che venissero ingranditi cento volte e poi proiettati su una montagna o nella nebbia, per qualche ora, per osservare che emozioni evocano…
MIRCO DENICOLÒ
Nei miei ricordi i colori evocano, fino alla prima giovinezza, persone, odori, paesaggi, temperature, piccoli avvenimenti, disegnano una geografia personale. Dalla giovinezza in avanti, i colori fissati nella mia mente sono invece associati ad abiti e a coloro che li indossavano.
Credo che la memoria più efficiente sia quella che deforma gli eventi ed emozioni: è un’operazione cosmetica che ci permette di decorare il passato e, in definitiva, di migliorare il presente.
Ho il sospetto che per una materia così sfuggente alle definizioni come il colore, gli imbrogli della mente siano particolarmente efficaci ed i loro risultati degni di racconto.
Le opere di questa mostra provengono da un intenso periodo di pittura a tempera svolto nella primavera del duemilaventi, in piena pandemia. La pratica che adottavo era questa: consultavo un atlante cromatico, selezionavo due tre colori, possibilmente discordanti, cominciavo con questi a sviluppare una composizione come se si trattasse di musica (accostando, sfumando, saltando, esaltando, concentrando, illuminando, isolando, ripetendo…). Mentre procedevo nel lavoro misuravo la varietà delle sensazioni che provavo in quel momento, ne selezionavo una e la usavo come guida nella composizione. A volte il risultato era coerente, altre volte producevo accostamenti troppo mentali o che prendevano le mosse da motivi storici lontani dalla mia sensibilità (per esempio mi sono sempre trovato a disagio con i colori delle arti pop e dei prodotti industriali). In taluni casi si produceva un piccolo miracolo e il foglio dipinto faceva emergere con coerenza, un ricordo. Ho raccontato su METABOX – sensibilità aumentata quattro di queste memorie, per me particolarmente intense.
In questa mostra, dieci di quei sessanta dipinti vengono stampati su tela aumentando la loro scala di cinque volte. Ho trovato che non mi basta, mi piacerebbe che venissero ingranditi cento volte e poi proiettati su una montagna o nella nebbia, per qualche ora, per osservare che emozioni evocano…
MIRCO DENICOLÒ